giovedì, gennaio 27, 2005

io ooodio l'università

Le verbalizzazioni sono un'invenzione del diavolo. Dopo tre ore di buon sonno leggero devo vagare per quei corridoi grigi come un fantasma fino a che mi dicono che il giorno della settimana che io penso è in realtà un altro e non è oggi ma forse domani. Io domani sono altrove, penso in qualche minuto, chissà quando sarà la prossima occasione per farsi scarabocchiare il libretto e io poi. Io certe volte vorrei mandare le persone e le verbalizzazioni al diavolo, da dove sono venute. Come quella bambina che in terza elementare mi tirava la cartella contro il muro, ed era talmente malignia da far si' che dentro ci fosse sempre un succo di frutta che faceva diventare i quaderni arancioni. O come quella che quando ogni giorno rimanevo ultima in fila perche' eravamo dispari faceva finta di darmi la mano e la levava all'ultimo momento.
E' colpa di queste persone che adesso che sono grande le istituzioni funzionano secondo la logica dei deficienti. E' colpa delle vostre maledette barbie.

lunedì, gennaio 17, 2005

sala giochi

Domenica pomeriggio sono andata alla sala giochi con M. dopo aver bevuto un frullato al kiwi. Io ho pensato di andare alla sala giochi perche' era un pomeriggio grigio, e io avevo in testa e nelle braccia e nelle gambe quello che si ha quando non si e' usciti di casa per tre giorni, la stanchezza che si ha quando ne' si sta addormentati ne' si sta svegli. Quindi ho detto andiamo alla sala giochi.
Alla sala giochi io non ci andavo da almeno sei anni, e i gettoni costavano 300 lire. Adesso i gettoni costano cinquanta centesimi. Io e M. ne abbiamo presi dodici per cinque euro, grande promozione. E' difficile spiegare cosa faccia sentire vecchio per la prima volta un ventenne, quindi non lo faro'. In mezzo ad essere di un lustro piu' giovani ed agghindati a disco ero fuori moda in un modo decisamente piu' ridicolo del solito. Non ho trovato un motivo perche' il trucco delle giovinette non dovesse essere fuori luogo, ed ho avuto una visione dei loro capelli piastrati nel mezzo della loro vecchiaia. Nonostante cio' niente disagio per l'ambiente ostile e, con una consistente dose di superiorita' ho iniziato la mia performance alla batteria, cercando di capire in quale modo mai la suonassero i batteristi giapponesi. Ho tentato di sentirmi Yoshimi P-We, ma ho clamorosamente fallito. La seconda delusione e' stata l'unica macchinetta con i giochi vecchi. Il bambino che ci giocava prima e dopo di noi non aveva problemi, ma arrivati noi, infilati due gettoni, e scelto il tetris la macchinetta si e' impallata per ben due volte. Il gioco dei mitra e' noioso, ansioso, e alla fine ti viene una gran voglia di sparare agli ostaggi.
Non tornero' alla sala giochi per altri sei anni.